L’Osservatore Magazine n.2: “conservare” per guardare avanti

Nell’annosa querelle tra carta stampata e giornalismo online, noi preferiamo non schierarci. O meglio, perché non sfruttare semplicemente le caratteristiche più virtuose di questi due media? È per questo che da oggi, sfogliando le pagine – chi cartacee, chi virtuali – del secondo numero dell’Osservatore Magazine, noterete che la loro numerazione è progressiva rispetto a quella della prima uscita. Come se ci fosse una continuità tra le pubblicazioni che abbiamo prodotto e che produrremo di sabato in sabato. Perché se c’è una cosa che proprio non vogliamo perdere del mondo cartaceo, è la possibilità di conservare le riflessioni contenute nei vari contributi, senza lasciarle evaporare nel mare magnum della Rete. Nella convinzione che guardare indietro a volte sia l’unico modo per proiettarsi nel futuro. Ad aiutare voi e noi in questo lavoro di “archiviazione” sarà un indice di tutti gli articoli pubblicati, che verrà reso disponibile alla fine dell’anno.

I contenuti

In questo secondo numero dell’Osservatore Magazine, torniamo con Manuela Camponovo su una (bella) notizia che fa ben sperare per la scena teatrale ticinese e non solo: l’acquisto dell’ex ostello della gioventù di Barbengo da parte della Fondazione Claudia Lombardi per il teatro. Michele Fazioli ci guida poi tra le pagine dell’ultimo romanzo di Javier Marías: Berta Isla, avvincente spy story e struggente storia d’amore. Il jazz continua a risuonare nelle magnifiche cover esposte a Casa Serodine, ad Ascona, dove è in corso la mostra “Paul Bacon e il graphic design delle copertine jazz“, di cui ci parla Dalmazio Ambrosioni. Luca Cerchiari si interroga invece sulla commistione tra pop e jazz di alcuni festival, troppo spesso fuorviante. A concludere la sezione culturale, i consigli cinematografici di Francesca Monti, tra horror “vacanzieri” e grattacieli da brividi. E, per districarsi nel complesso mondo dell’economia, non c’è niente di meglio della penna di Corrado Bianchi Porro, che questa settimana riflette sul tema dell'”economia relazionale“, al centro di un convegno all’Università Cattolica di Milano.

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