Ma l’unica convivenza possibile non può essere quella di Caino

In questo tempo di vita sospesa e di disorientamento

“Come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?”. Già… sembra proprio che Tu mi voglia dire quanta fatica si fa anche oggi, ad usare la propria testa (e il proprio cuore insieme, ancor meglio), a valutare e discernere ciò che ci accade attorno o ciò che è giusto fare…  Pronta subito a giudicare o a pensar male… o a spettegolare. E poi… “Cercate di trovare un accordo”.
Mettersi d’accordo! Una delle imprese più difficili di questo mondo. Perché si ha paura di perdere qualcosa, perché non si vuole rinunciare a qualcosa. Solo insieme si può andare avanti. Solo insieme si può costruire un domani. Solo insieme e con Te.

“D’accordo”: per sentirci meno soli. Per sentirci a casa. Mai come in questi mesi comprendo bene che l’unica soluzione possibile, l’unica convivenza possibile sulla Terra non è più quella di Caino. Il male non si vince con altro male. Il male si vince solo con il bene. Non ci salviamo da soli, ci salviamo solo insieme. Mi piace da morire la mia religione perché mi parla di Te, un Dio fatto Uomo e poi mi racconta di relazioni tra gli uomini. Perché Dio nessuno l’ha mai visto, ma se ci amiamo come fratelli, allora Dio è Padre, accetto i miei limiti e quelli degli altri. Il male è vivere male. E Tu vieni ferito dal male. Soffri da morire vedendo che ci facciamo del male o che siamo nel male e nel dolore, perché chi ama soffre il male dell’amato più che se fosse suo. E così Tu mi mostri tutto il Tuo essere Amore: “Lasciala ancora quest’anno”. Lascia ancora che al termine di questo 2020 io mi ripigli, mi prenda in mano e ci si prenda per mano, affinché il più debole venga sostenuto e trainato dal più forte, dal più sano, dal più carico, per darsi poi il cambio a tempo debito. Lascia che provi a dare frutto, a fare luce, a scaldare chi ho accanto…

Ma come di questi tempi? E mi ritrovo a riflettere, come mai prima d’ora, sulla voce. Voglio ripartire dalla voce: sì perché quando c’è la distanza, quando c’è la mascherina, quando c’è il telefono o il messaggio vocale, resta lei, resta la voce. Allora posso giocarmi tutto con la mia voce, perché passa tanto, quasi tutto attraverso di essa. Alta e bassa, tonante o flebile, amabile, decisa, prepotente, convincente, stanca, impaurita, secondo il mio stato d’animo, gli eventi esterni o chi mi trovo di fronte. La mia voce.
Allora cerco di pensare a come e a cosa arriva all’orecchio di colui cui sono destinate le mie parole. Per donare un pizzico di serenità, un poco di affetto, una carezza o un sorriso solo con la mia voce…

Silvia Minuscoli

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