Malta – Seconda parte

Il silenzio è una fuga verso un luogo che conosci solo tu. Il ripostiglio del mondo. Là dove anche il vento, quando è stanco, va a morire. (Ilcontenudo, Twitter)

Con questo non voglio dire di stare alla larga da Malta: luoghi belli, interessanti, tranquilli ci sono, solo che bisogna saperseli conquistare con un certo impegno.
Ad esempio, è chiaro che vi diranno che una puntata all’isola di Gozo la dovrete fare, il traghetto sarà una tortura di chiasso e ressa indescrivibili, ma il tragitto dura poco (una mezzoretta) e potrete dare un’occhiata alla capitale Victoria, ma poi allontanatevi da tutto questo, inoltratevi nella natura, cercate una delle numerose farm house a disposizione, in aperta campagna, dove le automobili (che s’infilano ovunque, anche nei centri storici) diradano e al posto della puzza dei gas di scarico vi sembrerà persino piacevole quella di sterco di animali. Finalmente silenzio e un panorama straordinario che appagherà ogni vostro senso; al mattino potreste anche essere svegliati dal gallo, ma non importa, una immersione nell’antico vi riconcilierà con questa isola dei contrasti.
E non dimenticate di dare uno sguardo da lontano all’isolotto di Filfla o Filfola che nel 1988 è diventato riserva naturale, quindi inaccessibile, l’unico luogo al mondo in cui vive una specie di lucertola verde con macchie rosse. Lo potrete vedere bene dal sito megalitico di Hagar Qim.

Filfla

Tra gli ipogei il più famoso è quello di Paola, ma deve essere prenotato mesi prima, altre visite da segnalare sono quelle alle catacombe di Rabat. Ma troverete nelle guide ogni tipo di informazione. Cercando, cercando, si scoprono anche delle calette meno affollate di turisti.
Un aspetto comunque positivo è che Malta risulta essere veramente anche un baluardo forte e puro del cattolicesimo più convinto e devozionale. Certe abitazioni, se avrete la possibilità di fare incontri personali, sembrano dei santuari, con statuette, immagini sacre, lumini e quei rosari che troverete anche nelle auto dei tassisti. Un viaggio in taxi ve lo consiglio se non altro per la possibilità di imbattervi in un simpatico indigeno che, come è capitato a me, potrà darvi anche una veloce e gratuita lezione di maltese, una lingua che nelle parole, tra derivazioni arabe, francesi, italiane e, ovviamente, inglesi, rispecchia l’incrociarsi di culture che hanno attraversato l’isola. A volte basta la sostituzione di una “i” finale: “avvocati”, “grazzi”, “ligi” per legge, “benefatori”… La più frequentata tra le numerosissime chiese, piuttosto recenti (solo a Gozo ce ne sono più di 40!), è Ta’Pinu, basilica costruita tra il 1920 e il 1931, il cui interno è letteralmente ricoperto di ex voto di ogni tipo, tra cui quello dedicato a Giovanni Paolo II che stava recandosi in aereo a Zanzibar. Scenografico è l’ottocentesco Duomo di Mosta che s’ispira al Pantheon romano.
E se volete affidarvi ad un viaggio avventuroso, almeno o l’andata o il ritorno fatelo via mare e via terra, sul catamarano che vi porterà in Sicilia, magari con la strampalata partenza alle cinque di mattina del sabato (per i maltesi che si recano ai mercati siciliani) oppure su una squallida nave Tirrenia che ci metterà circa sette ore invece di un’ora e mezza ma vi scaricherà a Catania, invece di Pozzallo, e se siete fortunati da lì potrete prendere un’altra nave in notturna per la rotta Salerno (quella di Napoli, come tante altre, è stata soppressa: a Malta le persone “normali” ci vanno in aereo!).

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