Milano, una personale di Grazia Varisco

Grazia Varisco. “Grande Dépliant”, 1983/84, smalto su cartone milleonde (4 elementi), 105x600x25 cm.

Ospitare lo Spazio, è il titolo della personale di Grazia Varisco in esposizione a M77 Gallery a Milano, dal 19 novembre 2019 al 29 febbraio 2020. Curatore Danilo Eccher.
La personale si pone come una compenetrazione estetica atta a mettere in dialogo le opere con l’architettura e gli ambienti della galleria, proponendo così una serrata indagine visiva e tridimensionale sul tema dello spazio e delle sue geometrie attraverso una selezione di sculture e installazioni dell’artista milanese.

«Nella mia esperienza il ‘caso’ si insinua, come un groviglio confuso, tra probabilità e dubbio. Il ‘caso’ evita, tenta di schivare il ‘caos’ e sistemarsi nello spazio e nel tempo, ignorando la regola che esige precisione, regolarità, ortogonalità, ordine, sequenza cronologica. Il mio ‘Se…’, dubbioso, si annida nella piega della pagina che per ‘caso’ scompagina la regola che in tipografia e in legatoria ingabbia tutto nella normalità», Varisco – che fin dagli anni Settanta è una figura centrale dell’arte cinetica e programmata italiana – descrive in questo modo i contenuti della sua ricerca e del suo lavoro.

Le opere selezionate per l’esposizione appartengono agli anni Settanta, momento di climax produttivo dell’artista meneghina, ma comprendono anche lavori recenti, testimoniando la personalissima, radicale ma al contempo organica ricerca condotta dall’artista sulla grammatica dello spazio.
La rassegna parte da un’area in cui si viene accolti dalla maestosità spaziale di opere come l’installazione Oh! (1996), composta da due elementi circolari in ferro che scandiscono lo spazio della galleria giocando sulla tridimensionalità reale o illusoria, dall’opera Extrapagina (1983) e da uno straordinario Grande Dépliant (1983-84) di sei metri di lunghezza.

Si passa poi al piano superiore che ospita i Quadri comunicanti 7+1 (2008), i Quadri comunicanti filo rosso (2008), i Quadri comunicanti Jar (2012) e i Comunicanti in Acciaio (2008), opere che riflettono sulla dicotomia pieno/vuoto mettendo in dubbio l’esistenza di un ordine prestabilito e si allineano a creare un orizzonte che, seppur accennato, caratterizza lo spazio e lo sguardo. Al centro della sala svetta lo Gnom-one, two, three (1984), grande scultura composta da tre elementi metallici, che da forme quadrate bidimensionali tramite la loro piegatura si propongono come elementi che delineano e ospitano lo spazio senza occuparlo.

L’esposizione comprende infine l’enigmatica Meridiana (1974), opera da cui ha origine la scultura Gnom-one, two, three, in cui una porzione di perimetro rialzata crea un’ombra che si proietta sul piano in contrasto con le ombre disegnate dall’artista e quattro Spazi Potenziali (1973-76) in cui due telai metallici derivati dal perimetro delle opere stesse, appesi a una griglia di chiodi, creano il disequilibrio e rappresentano, in una sintesi estrema, un’idea di casualità programmata. La mostra sarà accompagnata da un catalogo in cui il curatore Danilo Eccher dialoga con l’artista.

Per maggiori informazioni: m77gallery.com oppure info@m77gallery.com

n/a