Ombre e animali con il Festival delle marionette

Dopo I Segreti di Leonardo di ieri, il secondo weekend del Festival Internazionale delle marionette, ha offerto questa mattina il ritorno dell’argentina Valeria Guglietti, specializzata nell’ormai rara arte di produrre ombre animate con le mani. Uno schermo, una luce proiettata e immagini in bianco e nero: c’è una spontanea affinità tra questo genere di spettacolo e il cinema muto a cui l’artista dedica una delle sue produzioni che viaggia nel mondo. Utilizza sagome che formano scenografia o personaggi come Charlot e un duellante Zorro, ma il suo pezzo forte in Ombre cinesi, Tarzan e compagni è costituito dalla moltitudine del bestiario che riesce a creare, sullo sfondo della foresta, con le sole mani: appaiono animali grossi e piccoli, giraffe, cammelli, elefanti, scimmie, uccelli, ranocchi, conigli… per lo stupore dei bimbi. Anche se lei, illuminata in un angolo del palco, non ha paura di svelare la nudità dei suoi mezzi tecnici e fisici. Non c’è trucco, non c’è inganno, soltanto abilità. Non manca il “documentario” impegnato ed ecologico con il grande rettile che tira su dal mare una catena di spazzatura d’ogni genere. Ognuno deve fare la sua parte, c’invita Guglietti. Dalla foresta all’assordante e trafficata metropoli, all’omino sparato dal cannone che vola nello spazio e nella geografia infinita, per terminare con opportuno accompagnamento musicale, con la figura di un marziano che ci guarda attraverso i suoi occhioni dell’altro mondo. Poletti sottolinea la rarità di questo genere quasi scomparso e forse non del tutto accattivante per i bambini più piccoli che non subito e non senza l’aiuto dei genitori riuscivano a cogliere la poesia e la narratività delle scenette che si rincorrevano.

Ormai quella della lotteria è diventata una vera e propria gag grazie al Pulcinella inglese che parla con la vocetta di Aymone Poletti, i bambini che sorteggiano biglietti di cui si fa fatica ad individuare numero e possessore. Ma tant’è, fa parte del Festival il gioco infantile.

A parti invertite rispetto l’altra volta dove c’era più affollamento al mattino e meno al pomeriggio, un Foce esaurito (raccomandata è la prenotazione: alcune persone sono rimaste fuori) ha assistito al secondo spettacolo delle 16, un classico Il carnevale degli animali proposto dalla storica compagnia parigina Blin, dove protagoniste sono le marionette a fili. Un ritorno (lo spettacolo era stato rappresentato al Cittadella nel giorno di chiusura del Festival 2011). Condensata in un’ora e liberamente reinterpretata, l’opera scherzosa di Camille Saint-Saens (una tecnica parodistica utilizzata anche dalla Fantasia cinematografica disneyana) è qui introdotta dal cane pianista. Nell’allegra e coloratissima scenografia, incredibilmente solo da tre marionettisti è mossa una quantità di personaggi. Ritroviamo i nanetti Bic e Boc che vogliono organizzare una sfilata con protagonisti tutti gli animali. Nella prima parte si danno da fare ad incontrarli e invitarli e non tutti accetteranno, non gli uccelli che spariscono dalla voliera, i pesci o il cigno (accompagnato dal lirismo malinconico), animali che evidentemente non si spostano dal loro habitat. Altri si propongono, ciascuno a suo modo, la tartaruga con il suo improbabile Can- can, gli elefanti con la drammatica musica di Berlioz… e poi c’è anche il contributo degli organetti da fiera. L’asino scalciante, galli e anatre… I dialoghi in francese hanno reso un po’ inquieto il pubblico dei piccoli all’inizio, però in seguito la sfilata vera e propria, i carri inghirlandati e le esibizioni bestiali hanno riscosso il meritato successo, l’orchestrina cacofonica delle scimmiette, le coreografie di topastri, coniglietti e ranocchi. Il solenne incedere del leone e quello grave dell’elefante. Gli applausi veri si sono spontaneamente uniti a quelli finti.

Il Festival continua mercoledì pomeriggio (ore 15) con Lo strano pranzo di Hansel e Gretel, anche questo un evergreen (dai 3 anni). Prenotazioni: festival@palco.ch o per telefono allo 058 866 48 07.

Manuela Camponovo

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