Otto minuti di applausi al Festival di Venezia per il film di Martone

Grandi consensi per la pellicola italiana in concorso per il Leone d’Oro Il Sindaco del Rione Sanità, di Mario Martone in questa 76esima edizione del Festival del Cinema di Venezia. Il film – accolto in sala da ben otto minuti di applausi – rilegge un grande classico del teatro di Eduardo De Fillippo: un testo di 60 anni fa ma universale perché parla “dell’importanza dell’assunzione delle responsabilità individuali”, attualizzando i personaggi.
Martone si è immerso nel progetto sociale di Nest, un’ex palestra abbandonata di San Giovanni a Teduccio alla periferia di Napoli oggi avamposto contro il degrado sociale grazie ad un teatro da 100 posti, laboratorio guidato da Di Leva. Insieme hanno portato in tournée Il Sindaco del Rione Sanità e poi – con l’autorizzazione di Luca De Filippo – ne hanno fatto un film con anche Massimiliano Gallo e Roberto De Francesco.

Un altro film che guadagna consensi è J’accuse di Roman Polanski, il film racconta il caso di Alfred Dreyfus (Louis Garrel), ufficiale dell’esercito francese che il 5 gennaio 1895 viene pubblicamente degradato perché accusato di aver agito come spia per la Germania e viene condannato all’ergastolo sull’isola del Diavolo. Fra i testimoni della sua umiliazione c’è Georges Picquart (Jean Dujardin), che è promosso a dirigere l’unità di controspionaggio militare. Sarà lui, con grande coraggio, a scoprire le false accuse, ammantate di antisemitismo e a fare una lunga battaglia per la sua liberazione. Emmanuelle Seigner, attrice nel film e moglie di Polanski, commenta: «Non faccio le veci di mio marito, ma sul tema della persecuzione lui ne sa qualcosa. Basta vedere cosa è stata la sua vita fino a oggi. Io lo so bene, oggi è l’anniversario di trenta anni di matrimonio». Il film riflette molti temi attuali: dal razzismo alla manipolazione d’informazioni, fino alla corruzione e all’abuso di potere.

 

 

 

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