Pirandello e gli altri nella Stagione del Cortile di Viganello
Emanuele Santoro ha presentato questa mattina la nuova stagione del suo teatro Il Cortile di Viganello, composta da diversi recital per voce sola e spesso accompagnamento musicale, una nuova produzione, una ripresa dell’anno scorso, due compagnie ospiti. Per motivi finanziari anche questa volta ha dovuto rinunciare alla rassegna di SOLO in scena.
Ha spiegato le sue scelte programmatiche che si rivolgono a classici, autori le cui riflessioni sull’uomo vanno alla radice, alla matrice di una condizione che è di sempre, portano alla luce quei disagi che ci appartengono. Non considerando, il regista e attore, il teatro come intrattenimento ma come un mezzo per dire qualcosa d’importante sul vivere. Da qui la scelta prediletta di un intramontabile Pirandello che troveremo in tre differenti spettacoli.
Ma s’inizia il 18/19 ottobre con Comicità della solitudine, recital di tre racconti di Stefano Benni, voce e adattamento di Emanuele Santoro, con musiche dal vivo di Roberto Albin, l’artista che spesso accompagnerà queste letture. Centrale qui è dunque il tema della solitudine variamente intesa nelle storie, chi la cerca, chi la patisce, ma gli effetti visti da fuori risultano esilaranti.
Si prosegue con un Omaggio a Dürrenmatt (9/10 novembre), di cui Santoro aveva già presentato La panne. Adesso affianca un radiodramma Colloquio notturno con un uomo disprezzato, dialogo tra uno scrittore e un boia che deve ucciderlo con evidenti tematiche sulla morte, il potere, la giustizia, a Il tunnel, il famoso racconto su un treno-destino, incontrollabile nel suo viaggio verso un catastrofico ignoto. Anche qui Santoro sarà affiancato da Albin.
Il 23 e 24 novembre i due, voce e musica, replicheranno La giara pirandelliana, mentre il primo dicembre sarà ospite il Piccolo Teatro di Locarno con Il tartufo di Molière, adattato e diretto da Katya Troise.
A gennaio (18/19) la coppia entra in una follia meno metaforica attraverso il libro di Giovanni Casula, Benvenuto in psichiatria. Storie e incontri di straordinaria follia. L’autore racconta della sua esperienza in qualità di educatore, le difficoltà e i pregiudizi incontrati, nella relazione tra medicina e paziente.
Emanuele Santoro e Roberto Albin (qui nelle vesti di attore) saranno poi in scena il primo e 2 febbraio con uno dei racconti più noti di Pirandello, L’uomo dal fiore in bocca, un dialogo tra l’uomo che si sa condannato da una malattia incurabile e l’uomo qualunque che vive la sua esistenza senza preoccuparsi dei termini, del senso da dare al suo presente.
Fino ad arrivare a Medea, un potente personaggio offerto pure in forma di recital con la sola voce recitante di Santoro il 15 e 16 febbraio. Dal 25 al 29 marzo si svolgeranno le rappresentazioni della nuova produzione di e.s. teatro, Uno nessuno centomila, con regia e interpretazione di Santoro, un testo talmente citato da diventare uno stereotipo, vedremo le soluzioni che saranno adottate, è ancora presto per parlarne (il debutto sarà al Foce di Lugano).
Santoro ha richiamato l’attenzione anche su Amleto recital (25 e 26 aprile), con musiche dal vivo di Claudia Kinzing, “una prova d’attore” viene definita. Un Amleto, sottolinea Santoro, semplice, diretto, commentato, che ancora interroga la platea.
E di nuovo Shakespeare in chiusura: nello scambio di ospitalità, arriva la Compagnia Teatro Paravento di Locarno che il 17 maggio presenta Di Matti, di William Shakespeare e altre divagazioni. Conferenza spettacolo giullaresca sul ruolo del buffone nell’opera del bardo. Testo e regia di Miguel Àngel Cienfuegos.
Un programma ricco, ospitato in uno spazio ormai storico della scena luganese ma sul quale pesa una incognita. Proprietà venduta, modine già messe, ma a Santoro non è arrivato nessun tipo di comunicazione. Il suo contratto d’affitto arriva fino al 2025, rinnovabile ogni sei mesi. Per ora tutto tace. Santoro ha rievocato gli inizi, quando, forte di una formazione anche edile, ha ristrutturato quasi tutto da solo quello spazio in muratura per ricavarci un teatro, piccolo ma funzionale e che oggi può contare su spettatori fedeli e anche nuovi grazie al passaparola.
Adesso non se la sentirebbe di ricominciare tutto da capo. Del resto la precarietà, a fronte di promesse mai mantenute, è una condizione “stabile” della nostra scena teatrale.
Gli spettacoli nei giorni feriali iniziano alle ore 20.45, la domenica alle ore 17. Per informazioni: www.ilcortile.ch
Manuela Camponovo