Pittoresse ed altre artiste del Medioevo e del Rinascimento

Il 31 gennaio alle ore 19 si inaugura un ciclo di incontri domenicali telematici dedicati alle artiste dimenticate del passato (tra Medioevo e Rinascimento), iniziando dalla scultrice Properzia de’ Rossi. Alle donne era precluso il lavoro nelle botteghe artigiane e non avevano accesso allo studio della prospettiva e dell’anatomia, eccetto nei casi di figlie di artisti. Vasari racconta ad esempio che la figlia di Paolo Uccello, Antonia, monaca carmelitana, sapeva disegnare e che, alla morte, venne registrata come “pittoressa”.

L’unica altra possibilità di fare arte era data all’interno dei conventi femminili. Nei chiostri le donne avevano la possibilità di ricevere una buona educazione, studiando musica e disegno, lettere e filosofia. Molto attivi gli scriptoria femminili che producevano codici miniati, ad esempio il convento femminile di Chelles, la cui badessa era Gisela sorella di Carlo Magno, produsse 13 volumi di manoscritti miniati, firmati da amanuensi donne.

Vanno cercate in questo ambito le prime artiste. Tra le prime donne artiste va ricordata Caterina de’ Vigri (poi canonizzata santa), fondatrice e prima badessa del convento non più esistente delle clarisse del Corpus Domini di Bologna, musicista, miniaturista e pittrice. Sempre a Bologna emerse la prima scultrice europea Properzia de’ Rossi. In Toscana invece troviamo Maria Ormani, suora dell’ordine agostiniano, miniaturista del Breviarium Calendarium ad udus Ordinis S. Agustini, conservato nella Biblioteca imperiale di Vienna, che riporta in un cartiglio anche firma e data Ancilla Iesu Christi Maria Ormani filia scripsit MCCCCLIII. Cosa interessante è che Maria additittura si ritrasse nel cartiglio del breviario. In Toscana i monasteri femminili domenicani in periodo savonaroliano divennero delle vere e proprie botteghe artistiche.
Un chiaro esempio di questo è rappresentato dalla storia di Suor Plautilla Nelli (Firenze 1523-1588).

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