Premi César: dimissioni in blocco dei vertici
I vertici dei Premi César, gli «Oscar francesi», hanno rassegnato «dimissioni collettive» dopo settimane di polemiche incentrate sul regista Roman Polanski, accusato da un’attrice francese di averla violentata nel 1975, quando aveva 18 anni, durante una vacanza sugli sci a Gstaad, in Svizzera. «Per onorare chi ha fatto del cinema nel 2019, per ritrovare la serenità e fare in modo che la festa del cinema rimanga una festa, il consiglio di amministrazione dell’Associazione per la Promozione del Cinema ha preso all’unanimità la decisione di dimettersi. Queste dimissioni collettive – è stato annunciato con un comunicato – permetteranno di procedere con un rinnovo completo dei vertici dell’organizzazione», composti da 21 persone, tra le quali i registi Costa Gavras, Claude Lelouch e Tonie Marshall.
Polanski, ora 86enne, ha negato l’accusa di violenza. Il regista franco-polacco è fuggito dagli Stati Uniti in Francia dopo essersi dichiarato colpevole nel 1977 di aver fatto sesso illegalmente con una di 13 anni a Los Angeles.
Il suo ultimo film L’ufficiale e la spia, su Alfred Dreyfus, un ufficiale ebreo ingiustamente accusato di spionaggio per la Germania nel 1890, guida le nomination (dodici) in vista della cerimonia del 28 febbraio.