“Prendere la luce”: imponente scultura in bronzo di Ivo Soldini sul lungolago di Muralto

Muralto si arricchisce di una nuova importante opera d’arte. Nello spazio antistante il nuovo Hotel Lago Maggiore, per mecenatesca iniziativa della Fondazione Ubaldo e Maria Scazziga è stata posata un’imponente scultura in bronzo di Ivo Soldini. Misura 4.50 m. in larghezza, 4 in profondità e 3.50 in altezza per un peso all’incirca di 3 tonnellate. È stata ideata per questo preciso spazio ed è stata realizzata nell’ultimo anno.

Già nel nome, “Prendere la luce”, è racchiusa la vocazione di quest’opera d’arte, che strutturalmente s’indirizza, si protende verso il lago. Verso la superficie ora calma, ora leggermente ondulata, ed in particolare verso la luminosità che nasce dal lago, dichiaratamente per assorbire i riflessi di luce del Verbano da quella postazione particolarmente pregiata del lungolago muraltese. E verso la prospettiva del lago racchiuso tra colline e montagne la scultura proietta tanto il suo volume massiccio, però temperato attraverso il lavoro plastico volto a creare movimenti e rapporti all’interno dei corpi strutturali dell’opera, quanto il significato riferito espressamente alla figura umana, a gruppi di figure tra loro riunite in un confronto ravvicinato, in uno sviluppo generazionale, in rapporti di stretta vicinanza e, alla fine, in dialoghi di solidarietà, che si configurano sia dal punto di vista geografico che storico. In questo modo la scultura si ricollega alla lunga, importante storia della regione oltre che alla distintiva presenza a Muralto di uomini di cultura e di artisti tra i maggiori di Novecento, che hanno contribuito a costruire la storia del Comune.

L’opera si sviluppa con una poderosa volumetria su una base inclinata, che si anima nella proiezione dei gruppi di figure umane, di corpi rigidi e strettamente, solidalmente allungati verso lo spazio. Quindi la scultura appare protesa oltre lo spazio fisico del lungolago, di cui diviene un importante elemento distintivo (anche per via della patinatura lievemente dorata), oltre anche la riva, appunto verso la luce della superficie del lago, alimentando in questo modo quella tensione vitale che la sorregge, e che ad un tempo racchiude e interpreta il suo significato. 

Ivo Soldini conferma con quest’opera di coltivare il rapporto con la tradizione della scultura, seppure in forma aggiornata e personale. “Il lavoro di Soldini – scrive Maddalena Disch nel Lexicon degli artisti svizzeri – si inscrive in quel filone della tradizione scultorea che pone al centro dell’attenzione la raffigurazione umana, in particolare l’indagine psicologica della moderna esistenza dell’uomo”.

Progettata dall’artista che vive a Ligornetto ed ha la sua base creativa prevalentemente nel Mendrisiotto (la fusione è stata realizzata alla fonderia Perseo di Mendrisio) l’opera posa su un piedistallo ed è sorretta da un’importante sottostruttura che ne garantisce la stabilità. 

Ivo Soldini (Lugano 1951), dopo le scuole d’obbligo a Bellinzona e il liceo cantonale a Lugano, segue studi all’Accademia di Brera e all’università Statale di Milano, facoltà di scienze politiche, lettere e storia dell’arte. Si dedica al disegno e alla pittura di ambito espressionista-simbolista, e dal 1976 si concentra sulla scultura in bronzo di piccolo e medio formato (statuette e rilievi, talora anche in alluminio e gesso), che nel tempo viene contraddistinta da  realizzazioni monumentali per spazi sia pubblici che privati. Nel frattempo continua a svolgere una fertile produzione grafica (disegni a matita, carboncino, china, tecniche  miste), di incisione (acqueforti e puntesecche) e pittorica (tempere, acquerelli, oli). 

Negli anni ’70 partecipa al Movimento 22. Dal 1973 espone in molte gallerie, in sedi espositive pubbliche o private in Svizzera con un’assidua presenza oltre San Gottardo ed all’estero. È considerato uno dei più rappresentativi artisti del territorio a sud delle Alpi. Il suo percorso è scandito da rilevanti mostre personali. Basti citare quelle proposte a Bellinzona, Palazzo civico (1981), a Milano, Centro svizzero (2001), al Château de Gruyères (2005), alla G di Vira Gambarogno (2015) ed a Locarno, Pinacoteca comunale Casa Rusca (2017). Nel 2005 l’artista ha donato al Cardiocentro di Lugano una settantina opere tra sculture, dipinti, disegni, acquerelli e incisioni. Nel 2017 ha esposto la sua Collezione d’arte alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst a Rancate; nel 2019 una serie di sue opere di grandi dimensioni è stata posata sul Monte Tamaro.

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