SKAM, il teen drama che ha rivoluzionato il modo di realizzare e guardare serie Tv

Titolo: SKAM
Genere: Teen Drama
Distributore: NRK
Stagioni: 4

Creato da: Julie Andem
Produttore: NKR, Julie Andem, Marianne Furevold-Boland
Versione Originale: Norvegia
Cast: Lisa Teige, Josefine Frida Pettersen, Tarjei Sandvik Moe, Iman Meskini
Regia: Julie Andem

TRAMA

Una trama semplice quanto complessa: quella della vita adolescenziale, o meglio, l’incamminarsi verso l’età adulta: con le sue complicazioni, insicurezze, pressioni, affetti e paure. Un gruppo di ragazzi/e – Eva, Noora, Isaak, Sana, Chris, William, Vilde, Jonas – che insieme ai loro amici e compagni, si ritrovano ad affrontare problemi diversi: dall’insicurezza del proprio corpo, alla paura di affezionarsi, alla delusione familiare, all’affrontare la perdita di una persona amata (emotivamente e fisicamente), alla scoperta della propria sessualità, alle diverse sfumature di tradimento, alla religione, allo status sociale, fino alla consapevolezza di sé.

Ecco Skam è tutto questo e molto altro ancora. È dedicato ad un target giovane, direi tra 14 ai 18/19 anni. È la serie televisiva dei “Millennials”, perché riesce a comunicare con i giovani di temi universali e lo fa attraverso quei media che loro, meglio di chiunque altro, conoscono, manipolano ed esplorano: i social e il web. Forse proprio per questo ha ottenuto più di 7 adattamenti a livello mondiale.

La serie ha un totale di 4 stagioni – in onda dal 2015 al 2017 – ognuna delle quali segue un personaggio specifico, con i suoi problemi e le sue relazioni. I protagonisti sono dei teenager che frequentano il Liceo di Hartvig Nissen a Oslo, in Norvegia.

 

LE STAGIONI

Stagione 1 “Relazioni”
Nella prima stagione incontriamo Eva (Lisa Teige), una giovane ragazza, inizialmente solitaria che impara ad allargare il proprio range di amicizie, affrontando paure e incertezze. Ciò che ci viene mostrato sono emozioni e pressioni realistiche, che ogni adolescente (maschio o femmina che sia) si ritrova ad affrontare a un certo punto della propria vita. Lo spettatore teenager può riconoscersi in lei, così come l’adulto può ricordare cosa vuol dire essere adolescente. Eva sicuramente non perfetta e questo facilita le persone a rispecchiarsi in lei: nelle sue scelte “giuste” tanto quanto in quelle “sbagliate”.

Stagione 2 “Ossessioni”
La seconda stagione si concentra sul personaggio di Noora (Josefine Frida Pettersen), una giovane apparentemente molto forte e indipendente, ma che nasconde anche lei insicurezze e fragilità. Si capisce fin da subito che a lei non importa del giudizio delle persone ed è pronta a proteggere le proprie amiche; ma qualcosa, o meglio qualcuno, metterà alla prova la sua lealtà. In questa stagione viene palesato anche un altro tema tabu: quello della violenza sessuale.

Stagione 3 “Gay Love”
Isak (Tarjei Sandvik Moe) è il protagonista principale di questa terza stagione, e già dalle stagioni precedenti lo spettatore capisce che Isak ha un segreto: è gay. In questa stagione oltre al tema dell’omosessualità, si affronta anche un altro tema… quello della malattia mentale. Difatti, Isak si dovrà confrontare anche con il bipolarismo di qualcuno a lui caro.

Questa stagione è stata forse quella che, più di qualsiasi altra, è stata elogiata e maggiormente seguita a livello mondiale; perché ha saputo approcciarsi al mondo dell’amore gay in modo vero e con molto tatto: concentrandosi non tanto sul rapporto fisico ed emotivo di due ragazzi dello stesso sesso ma piuttosto come questo tema deve essere trattato dalle persone, capire che tutti stiamo lottando per qualcosa o per qualcuno.

Nel 2017 i personaggi Isak e Even sono stati votati come coppia dell’anno dai lettori del famoso sito d’intrattenimento americano “E!”… questo conferma quanto attuale e reale siano i temi di Skam.

Stagione 4 “Lotta interiore e identità interculturale”
L’ultima stagione ruota attorno al personaggio di Sana (Iman Meskini), una giovane ragazza mussulmana che cerca il suo posto nel mondo. È una ragazza che sta affrontando gli stessi problemi e insicurezze delle altre sue coetanee ma allo stesso tempo cercando di trovare un equilibrio tra i suoi principi religiosi e morali e il suo percorso verso l’età adulta in una società occidentale.

Nel 2016, Skam ha ottenuto cinque premi televisivi Gullruten (che rappresentano gli Emmy Awards norvegesi) come miglior fiction televisiva, migliore serie nuova, idea innovativa dell’anno, miglior montaggio per una fiction televisiva (Ida Vennerød Kolstø), e rivelazioni dell’anno (Julie Andem e Mari Magnus).

ANALISI DELLA SERIE SKAM

Skam, che si traduce in “vergogna”, è una serie che nasce per volere della NRK ed è ambientata nella città di Oslo, in Norvegia. Pone l’attenzione attorno a un gruppo di adolescenti che affrontano problematiche e sfide diverse; temi forti, che spesso non vengono quasi mai affrontati in modo così dettagliato e crudo nelle teen series. In un settore che negli ultimi anni ha dato spazio a serie televisive dedicate a vampiri, alieni, streghe e stregoni, si è un po’ trascurato quel lato che affronta il reale. Ma ecco che Skam, rompe gli schemi, arriva come una boccata di aria fresca, anzi fredda, cruda ma soprattutto vera; come veri sono i temi che affronta. Non ci sono veli, non c’è nessun “politicamente corretto”, c’è la vita che si scaraventa, nel bene e nel male, contro questi adolescenti… li afferra per i polsi e li trascina via, in un vortice del proprio Io e dell’Io insieme al mondo.

La potremmo definire il “Beverly Hills 90210” dei giorni d’oggi, perché Skam, così come la famosa serie degli anni ’90, ha portato in scena temi “scomodi” che tipicamente vengono evitati o affrontati superficialmente. E ha saputo farlo in una chiave moderna, dove non solo gli adolescenti norvegesi potevano rispecchiarsi ma i teenager di tutto il mondo. Eppure, non è solo questa la ragione che rende questa serie tv sensazionale, c’è dell’altro, qualcosa di diverso e nuovo, qualcosa che nessuno aveva mai fatto prima… Il suo format.
Skam ha introdotto un nuovo modo di fare e mandare in onda teen series. Come? Affidandosi ai social. Il “live” (tempo reale, la diretta) diventa protagonista insieme ai personaggi. Skam porta finzione e realtà a scambiarsi, confondersi e fondersi. E lo fa volutamente.

I creatori della serie norvegese hanno saputo utilizzare, o meglio sfruttare, i social media come fanno i giovani: hanno portato i personaggi nel mondo Facebook, Instagram, e Snapchat… ogni settimana gli episodi venivano rilasciati in dei brevi clip, esattamente nel momento che si supponeva stessa accadendo la scena (in tempo reale, appunto), per far sembrare che stesse accadendo per davvero. Così, finzione diventa realtà e realtà diventa finzione; i confini di questi due mondi si sbavano e si inizia quasi a credere che questi personaggi esistono davvero perché ognuno di loro ha un account per ogni social network e mostrano la vita del personaggio. Questo vuol dire che se una cosa sta accadendo alle 22.00 di sabato sera, allora verrà rilasciata sui social per il pubblico alle 22.00 di sabato sera.

È così che i giovani sono catturati in un mondo al confine tra il vero e non vero, 24 ore al giorno, sette giorni su sette. E l’uso dei social non si ferma lì, vengono aggiornati immagini del profilo di ognuno, vengono mostrati i commenti lasciati da un personaggio all’altro che vanno a complementare gli episodi, e i “viewers” vengono aggiornati sugli sviluppi delle relazioni, storie e vite di ogni singolo personaggio al di fuori dello schermo televisivo.
Successivamente le clip rilasciate vengono montate come un episodio completo che viene trasmesso ogni venerdì su NRK TV (online) e NRK3 (televisione).

La serie è partita con un seguito di 24.00 spettatori nella prima stagione per arrivare addirittura a un milione di spettatori nella terza stagione “Gay Love” (dedicata a Isak che si innamora del suo compagno). Numeri considerevoli per NRK, che non ha mai raggiungo un picco così alto.

In poco tempo è arrivata la fama anche a livello mondiale, rendendo Skam una delle serie più discusse nelle community online, coinvolgendo giovani da tutto il mondo che attraverso i propri social scoprono e discutono della serie, così come condividono episodi tra loro attraverso dei link, giorno dopo giorno nuove persone continuano a scoprirlo… ancora oggi, dopo due anni dalla messa in onda dell’ultima stagione, ci sono nuovi giovani che scoprono la serie originale per poi, forse, seguire anche quelle degli altri paesi.

Chiaramente un format di successo, che ha attirato l’attenzione di produttori di tutto il mondo, portando Skam ad essere adattata in ben sette paesi: Spagna, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Italia e Stati Uniti. Sono previsti nei prossimi anni altri adattamenti in altri paesi europei e non. Resto dell’idea che la serie originale, quella norvegese, resta la migliore realizzata a prescindere da tutti i diversi adattamenti, compreso quello americano. La cosa può sorprendere perché gli USA sono i fondatori delle serie tv, eppure… non sono stati all’altezza di adattarlo in modo autentico e originale. Ma ci tengo a precisare una cosa: tra gli adattamenti, quello italiano non è tra i migliori per quanto riguarda la recitazione, che definirei a tratti forzata. C’è però qualche eccezione come l’interpretazione di Beatrice Bruschi nel ruolo di Sana dove traspare una sconfinata intelligenza emotiva, e una solida base su cui poter far crescere il suo approccio alla recitazione.

Skam ha cambiato lo storytelling o meglio, l’ha aggiornato, per avvicinarsi al target d’interesse; e così facendo ha cambiato il modo in cui si guarda e si realizza una serie tv, così come il pubblico approccia i personaggi. Applicazioni come Facebook e Instagram stanno offrendo modi alternativi di creare spettacoli e opportunità nuove per creare contenuti e raccontare storie.

VOTI

Recitazione: 8/10
Sceneggiatura, montaggio, regia: 10/10
Musica: 9/10

Maria Elisa Altese

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