Strage di Bologna, sono passati 40 anni da quel crimine contro l’umanità

Se si accende il proprio computer e si inizia a navigare su internet oppure se dal cellulare si controllano i feed di Facebook, Instagram, Twitter, e altri social network, c’è una immagine che oggi ricorre più di ogni altra: un orologio che segna le 10.26. Una foto che nasconde tanto dolore, tante domande e molta rabbia. Una foto che gli italiani, e il resto del mondo, ha imparato a riconoscere immediatamente come l’emblema di quella che viene ricordata come la strage di Bologna avvenuta il 2 agosto del 1980 alle 10.26.

Un atto terroristico alla stazione ferroviaria di Bologna Centrale che provocò 85 morti e 200 feriti, considerato tra i più letali e devastanti attacchi terroristici nella storia italiana. I testimoni sopravvissuti all’attacco raccontano come improvvisamente, in quella calda mattina d’estate, ci fu un’esplosione, tremò l’asfalto, crollarono mura; poi, urla, panico, paura, e sangue. Tanto sangue. Con l’arrivo dei soccorritori, il turbamento cresce davanti alle macerie e alle vittime. Un momento in cui bisognava agire prontamente per salvare vite, ma attimi in cui sorgeva la domanda più terrificante: “Chi mai ha potuto fare questo?”
Un interrogativo che anche dopo 40 anni non ha una risposta definitiva perché i mandanti del massacro sono ancora sconosciuti; anche se dalle indagini condotte nelle settimane successive all’attacco terroristico sono stati individuati e condannati come colpevoli “materialmente” un gruppo neofascista composto da: Francesca Mambro, Licio Gelli, Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte, Luigi Ciavardini. Nonostante le accuse e le condanne quest’ultimi hanno sempre proclamato la loro innocenza.

La strage di Bologna è ancora oggi una ferita aperta per l’Italia e per gli italiani, ed è spesso fonte di dibattiti e forti dubbi tra chi crede che i veri colpevoli siano terroristi di destra, chi di sinistra, e chi crede che in queste due fazioni ci sia anche lo “zampino” di frange di estremismo straniero. Le teorie originate negli anni sono molte, fino ad oggi a livello giudiziario le prove raccolte indicano che l’attacco fosse parte integrante della strategia della tensione. Ovvero, il disegno di stampo neofascista finalizzato a mettere in crisi le istituzioni democratiche. Non mancano però magistrati e politici che mettono ancora in dubbio la colpevolezza dei neofascisti. Gli italiani hanno dovuto piegarsi a un’amara realtà: nonostante i dubbi sui colpevoli, tra gli assassini c’erano italiani che hanno ucciso altri italiani.

La memoria pubblica è fortemente segnata dalla strage di Bologna, a tal punto che quel famoso orologio della stazione centrale segna ancora le 10.26: l’orario di un crimine contro l’umanità. L’orologio segna le 10.26… un simbolo, un promemoria per le generazioni di ieri, di oggi, e quelle future: il tempo si ferma davanti al disprezzo per la vita umana.

M.Elisa Altese

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