“The Worth of Life”: a Mendrisio la mostra dell’artista belga Koen Vanmechelen
Da venerdì 4 ottobre 2019 a domenica 2 febbraio 2020 il Teatro dell’architettura dell’USI a Mendrisio presenta la mostra “Koen Vanmechelen. The Worth of Life, 1982- 2019” promossa dalla Fondazione Teatro dell’architettura con la collaborazione dell’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana. Un’ampia rassegna con più di sessantacinque opere dell’artista Koen Vanmechelen: sculture, dipinti, neon, fotografie e installazioni allestite all’esterno e nei tre piani del Teatro dell’architettura Mendrisio, progettato dall’architetto Mario Botta.
L’artista
Koen Vanmechelen (1965) è un artista fiammingo, o più precisamente, limburghese. Artista belga di fama internazionale, noto per le sue sperimentazioni e contaminazioni tra arte e scienza, Koen Vanmechelen ha imperniato il proprio lavoro sulla relazione tra natura e cultura cercando, attraverso la propria arte, di comprendere e interrogarsi sulle grandi sfide del 21° secolo.
Scultore, pittore, performer, videoartista, studioso, oltre che attivista dei diritti umani – in un percorso lungo quasi quarant’anni – l’artista ha affiancato progetti di ibridazione di animali o vegetali alla contaminazione delle arti figurative, dei materiali e degli strumenti espressivi, facendo della proliferazione formale nella complessità concettuale la cifra di una poetica tanto singolare quanto inconfondibile.
La sua arte è al tempo stesso espressione di un’estetica della meraviglia e di un’etica fondata sul valore della vita, dalle prime sculture in legno degli anni ’80, allo sviluppo di un vasto programma di ricerca mirato alla generazione di nuove razze avicole, fino alla recente creazione di un parco della biodiversità chiamato LABIOMISTA (inaugurato nel luglio 2019 in Belgio) dove, tra grande architettura e paesaggio, coabitano installazioni, opere e volatili delle specie più diverse. Si tratta di un progetto monumentale e poliedrico che riunisce i filoni fondamentali del suo lavoro e crea nuove opportunità di collaborazione e dialogo su alcune delle questioni sociali più pressanti e impegnative della società contemporanea.
Vanmechelen concepisce l’arte come prassi di re-invenzione della natura, porta di accesso privilegiata ai suoi segreti e presupposto della sua salvaguardia. E, simmetricamente, si rivolge alla scienza, quasi fosse una branca della poesia, chiedendole di materializzare le visioni del suo fantasticare. Le sue ricerche e il suo lavoro gli hanno valso, nel 2010, un dottorato honoris causa presso l’Università di Hasselt e il premio Golden Nica Hybrid Art nel 2013. La sua ricerca, con il supporto dei suoi partner nel progetto, è confluita nella creazione della Open University of Diversity, per invitare personalità provenienti da differenti ambiti di studio, ricerca e pratica con l’obiettivo di impegnarsi in uno spazio di dialogo e in nuovi progetti che affrontino le idee riferite alla diversità.
La mostra
Nella mostra “Koen Vanmechelen. The Worth of Life 1982-2019”, a cura di Didi Bozzini, oltre sessantacinque lavori, realizzati tra il 1982 ed il 2019, ne raccontano l’articolato percorso artistico mettendo in evidenza gli aspetti più prettamente plastici dell’opera dell’artista, con un’attenzione particolare al suo carattere neo-barocco.
In effetti, l’immaginario di Vanmechelen, che ruota intorno alla figura della gallina quale simbolo incarnato dell’evoluzione bioculturale, si nutre di reiterazioni iconografiche e di accumulazioni semantiche, di metafore e di metamorfosi, di teatralità e di allegorie, per dare origine ad un universo visuale proteiforme e irregolare come una perla scaramazza, di fatto barocco. Un universo di possente impatto emotivo, attraversato in tutta la sua estensione, tanto dall’energia della vita quanto dall’esuberanza del gesto creativo, nel quale la sollecitazione dell’intelletto è in primo luogo effetto del coinvolgimento estetico e del fascino viscerale che la trasfigurazione di forme naturali in immagini chimeriche esercita sullo sguardo.
Attraverso i propri lavori, l’artista cerca infatti di ricreare la complessità della vita per magnificarla e celebrarne il valore in un equilibrio dinamico tra il conoscere e l’immaginare, tra l’anima e l’animale, tra il bello ed il giusto. Lungo il percorso espositivo – tra sculture, dipinti, neon, fotografie e installazioni – i visitatori potranno trovarsi allo stesso tempo davanti ad un campo di grano delimitato, scoprire le mani di un gigante che offrono semi e proteggono un pulcino, perdersi con lo sguardo nei colori accesi di una pittura informale o ancora sfogliare un ponderoso volume contenente l’infinita serie costituita da miliardi di cifre e lettere con la quale si trascrive il genoma di una gallina.
Il catalogo
Il catalogo della mostra, Koen Vanmechelen. The Worth of Life 1982-2019 (Mendrisio Academy Press), a cura di Didi Bozzini è introdotto da un testo di Mario Botta, e raccoglie i saggi critici del curatore Didi Bozzini insieme a quelli dello storico dell’arte James Putnam, del biochimico Marcus Thelen. Seguono un’intervista di Pierluigi Panza all’artista e un saggio autobiografico di Vanmechelen. All’interno sono presenti due sezioni iconografiche: le immagini delle opere in mostra e un album fotografico con le immagini dell’allestimento delle opere nel Teatro dell’architettura Mendrisio.
Koen Vanmechelen. The Worth of Life, 1982- 2019.
• Teatro dell’architettura Mendrisio
• Via Turconi 25 | 6850 Mendrisio, Svizzera
• 4 ottobre 2019 – 2 febbraio 2020
• Orari. mar.-mer., ven.-dom.: ore 12.00-18.00; gio.: ore 14.00-20.00
• Per informazioni su aperture e chiusure speciali: sito ufficiale.