Trionfante esibizione al festival delle Marionette
Ancora un esaurito al Teatro Foce di Lugano, con addirittura l’aggiunta di sedie, nel pomeriggio domenicale. E se si deve giudicare dall’”applausometro”, l’esibizione di Viktor Antonov con il suo Circo sui fili è stata la più gradita della rassegna di questa edizione, almeno finora e tale da richiamare anche il bis. Tutte sono state apprezzate in vario modo, ma ci deve pur essere un vincitore perché davvero straordinarie sono l’abilità e la naturalezza con le quali il maestro russo riesce a dare movimento fluido al corpo e a tutto il resto dei suoi personaggi, senza scordare l’ironia che porta queste marionette, in senso proprio, a fare cose che a qualsiasi essere umano risulterebbero impossibili.
Ancora un circo, con interpretazioni di numeri questa volta classici, rispetto ai brasiliani di ieri, che si fanno avanti su un piccolo centro, davanti al sipario rosso, la quinta che nasconde le figure e sarà mostrata solo alla fine. Sulla musica balla il clown cantando con l’uccellino che ha sulla testa o sul naso; il pubblico acclama la simpaticissima famigliola di scimmiette che si danno ad ogni tipo di acrobatico equilibrismo, genitori e baby; giocolieri con l’infilata di palle brillanti che non cadono mai; la trapezista con i vorticosi volteggi; il cammello che ha più l’aria di un drago, incendiando una candela; il mago intabarrato che, munito di annaffiatoio (un dettaglio sorprendente), riesce a spruzzare acqua in un minuscolo vasetto da cui allora spunta miracolosamente un fiore.
Alcuni numeri ritornano, come quello del sollevatore di pesi che, con un attrezzo più pesante, sembra non farcela, riuscendo a tenere la platea con il fiato sospeso (quel “come se…”, a cui tutti i bambini credono, finisce per condizionare anche gli adulti), per poi vincere la sfida tra le ovazioni. E abbiamo assistito ad un’altra versione orientaleggiante (rispetto a quella offerta dalla coppia di The Fifth Wheel, concittadini sanpietroburghesi di Antonov) della prosperosa odalisca e della sua particolare danza del ventre.
Il segreto, non ovvio, è quello di abbinare tecnica a spirito, né l’una né l’altro in sé bastano, ci vuole una combinazione magica per ottenere l’effetto e conquistare il pubblico.
Il festival si avvia alla conclusione. Il 31 ottobre, come è giusto che sia, alla vigilia di una ricorrenza particolare, ci aspetta La fiaba delle piccole paure del Teatrino dell’ES, prima del weekend conclusivo.
Non dimenticate di prenotare: tel. 058 866 48 07.
Manuela Camponovo