Ugo Gregoretti, il grande osservatore della società…

Ugo Gregoretti

Ugo Gregoretti.

Un regista, un maestro, un intellettuale, un genio… Ugo Gregoretti era tutto questo, ma soprattutto era e resterà un grande osservatore del costume e della società. È morto ieri, venerdì 5 luglio, nella sua casa romana il regista italiano. Aveva 88 anni.

Ma chi era Ugo Gregoretti?
Nato a Roma, il 28 settembre 1930, e dove fin da giovane è stato astuto osservatore della società, degli usi e costumi. I dettagli di quel mondo circostante, è riuscito poi a raccontarli sul piccolo e sul grande schermo: in modo “crudo” e originale, facendo trapelare quel cenno sottile e arguto di satira necessaria.
La sua carriera inizia in televisione, quando viene assunto dalla Rai nel 1953 realizzando vari servizi televisivi – tra cui Semaforo (1954) e Controfagotto (1960) – ma è con il documentario La Sicilia del Gattopardo (1960) che conquista il Prix Italia e raggiunge notorietà in ambienti al di là della televisione: dove il suo talento autentico e graffiante attira l’attenzione di registi ben noti nel panorama italiano e internazionale come Rossellini e Pasolini. Qualche anno dopo debutta nel mondo cinematografico, un passo non apprezzato da tutti nel mondo culturale, perché a dire di Gregoretti «la Tv era un ambiente disprezzato, e io… venivo da lì». Questo però non ferma il regista che nel giro di pochi anni dirige diversi film, iniziando con la pellicola debutto I nuovi angeli (1962): la peculiarità era il fatto che fosse innanzitutto realizzato a episodi e girato con attori non professionisti. L’anno successivo lo vede collaborare insieme a tre grandi del mondo del cinema: Rossellini, Godard e Pasolini, in un film collettivo, suddiviso in quattro episodi e il cui titolo Ro.Go.Pa.G, riprende le loro sigle. Nelle sue opere troviamo la sua capacità di mettere “a nudo” le diverse generazioni e il loro modo di vivere, e la penetrate abilità di descrivere ambienti, situazione e atteggiamenti. Il suo percorso cinematografico proseguirà con film come Omicron (1963) e Le belle famiglie (1967). Sperimentò anche il mondo teatrale dirigendo opere liriche e negli anni ’70 si dedicò a documentari politici tra cui Vietnam (1975). Un uomo senza freni, coraggioso con una mente sempre in fermento fino alla fine.

La sua carriera non passa inosservata e viene eletto nel 2002 presidente dell’ANAC (Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici). Poi, nel 2009 ottiene il Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi, e l’anno successivo il Nastro d’argento alla carriera. Mentre stasera, alle 18.00, il Teatro lirico sperimentale di Spoleto ha ricordato l’amico e collaboratore Gregoretti con un concerto dedicato interamente al regista: le voci cantavano per lui.

Ugo Gregoretti lascia in eredità al mondo il suo patrimonio cinematografico, televisivo e teatrale… originale e irripetibile. Lavori e progetti che solo un talento vagabondo di creatività umana come lui poteva realizzare. Una cosa ha sempre contraddistinto Gregoretti in ambito professionale: il tono garbato.

Maria Elisa Altese

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