Un Appello per capire e reagire

A difesa del Museo Epper ad Ascona e della Fondazione Franzoni a Locarno.

A leggere l’Appello per Filippo Franzoni e Ignaz Epper si materializzano preoccupazioni passate e recenti, ma sempre attuali. Partiamo da Ascona, Museo Epper, dove riemerge l’indomita illusione di creare un Museo con più spazio (ma una maggior metratura è così essenziale per un buon Museo di memoria e di proposta?) vendendo la sede storica di via Albarelle 14. Il che equivale a barattare la qualità con la quantità, cattiva idea che però risorge come l’araba fenice. Tanto più che nella nuova sede più ampia si vorrebbe trovar posto ad un altro inquilino, la Fondazione Rolf Gérard, sicuramente benemerita ma che non ha nulla da spartire né con gli Epper, che riposano nel giardino della casa che hanno abitato, né con la loro visione di Museo. L’Appello ci conduce poi a Locarno, Fondazione Filippo Franzoni, che si vorrebbe sciogliere con tutti gli annessi e connessi, e devolvere alla Città. Vien da chiedersi: perché questa novità, visto che la città di Locarno ha già in deposito la Fondazione ben regolata da disposizioni precise? Qui s’incrociano prospettive, opinioni, interpretazioni, visioni diverse. Ed anche senza entrare nell’ottica andreottiana dei sospetti, è comunque difficile capire la necessità, l’urgenza, le finalità del prospettato trapasso.

Due cose però si possono evidenziare in entrambi i casi. La prima, preoccupante, è che le novità vanno a movimentare una situazione storicamente consolidata, e arrivano dopo nuovi ingressi nei Consigli di Fondazione, fatti non solo secondo il criterio della competenza. Mentre sullo sfondo di questi prospettati cambiamenti si avverte il sempre più verde conflitto tra le ragioni della cultura e quelle della convenienza. La seconda, una garanzia, è data dai firmatari dell’Appello – Sandro Bianconi, Edgardo Cattori, Diego Erba, Andrea Ghiringhelli, Renato Martinoni, Mario Matasci – che di cultura, arte, archivi, conservazione e protezione qualcosa sanno e conoscono bene anche l’aria che tira tra Ascona e Locarno.

Leggendo l’Appello intanto si comprendono le ragioni d’una preoccupazione non avventata né inutile, e poi vien da chiedersi l’origine, il perché, la tempistica e l’opportunità di queste proposte. Dal nostro punto di vista, risulta inoltre assordante il silenzio, la scarsità di informazioni, l’assenza di approfondimenti e dibattito sui mass media: davvero non ne vale la pena? Sarebbe intanto l’occasione di conoscere e far conoscere meglio due istituzioni culturali di assoluto rilievo del versante artistico della cultura in Ticino, e poi di capire come oggi si tende a metterla sul pratico. Soprattutto quando, come nel caso di Locarno per Franzoni, la proposta è formulata in un messaggio municipale, il che conferma che non si tratta di una bagatella. Per capire meglio le ragioni dell’Appello, è consigliabile la lettura dei tre sintetici interventi di Edgardo Cattori sulla Regione (17 e 24 aprile e 8 maggio), dove fatti e posizioni vengono spiegati anche dalla prospettiva storica.

Dalmazio Ambrosioni

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